La fidelizzazione ad Ana e ai suoi rituali fatti di diete che puntano a raggiungere il traguardo di calorie-zero, corre lungo i fili invisibili della rete internet
dove rimbalzando da un utente all’altro si alimenta una mistica del controllo del proprio corpo che solo attraverso l’adorazione di questa sorta di divinità si può raggiungere.
Tra le piattaforme che offrono gratuitamente spazio per i blog, le pagine Facebook e i gruppi segreti di Whatsapp, la comunicazione digitale di adolescenti e giovani adulti non incontra nè filtri nè barriere particolarmente difficili da superare.
COME DIVENTARE PRO-ANA A DIECI ANNI
Il mare aperto è rappresentato dai blog. Tutti li possono visitare anche quei bambini che a dieci anni già viaggiano tranquillamente su internet. La navigazione su Facebook ha solo un piccolo ostacolo, per visitare le pagine devi registrarti e in qualche raro caso essere autorizzato all’accesso. Un gioco, appunto, da ragazzi che solo in Italia riguarda poco meno di due milioni di minorenni che facendo parte di una comunità globale prossima ai due miliardi di aderenti, ogni giorno possono venire a contatto con pagine che propugnano l’ideale del “corpo pelle e ossa” corredato da foto, filmati, grafici e tabelle che inneggiano all’anoressia e insegnano tecniche auto-lesioniste per compensare pasti ritenuti troppo calorici.
L’IPOCRISIA DI FACEBOOK
Se qualcuno pensasse che Facebook così attenta a censurare il bambino vietnamita che fugge nudo dall’orrore di un bombardamento eserciti una qualche forma di controllo si sbaglia di grosso. Anche se se appositamente segnalate agli amministratori di Facebook, queste pagine che inneggiano ad un autolesionismo molto pericoloso sia per il corpo che per la mente, continuano ad essere attive. In questo caso gli algoritmi censori di Facebook sanno bene come girarsi dall’altra parte. Perchè queste pagine attirando volumi di traffico molto alti, hanno per Zuckenberg e soci un grande pregio, quello di innalzare il prezzo delle inserzioni pubblicitarie
Ma il buco più nero di tutti dove l’ideologia della magrezza spazia senza limiti è certamente Whatsapp dove gruppi di adolescenti e giovani adulti che si sono formati grazie ai blog Pro-Ana si danno appuntamento per scambiarsi informazioni al riparo da occhi e orecchie indiscrete.
UN BUCO NERO SU CUI RIFLETTERE
Si tratta di forme di comunicazione al confine tra la libera espressione di un pensiero e l’invito a perpetuare condotte che possono portare anche alla morte. Stanze virtuali dove nonostante il contenuto dei dialoghi e il rischio concreto di c0mportamenti emulatori è difficile immaginare anche l’intervento di polizia e magistratura ma su la cui esistenza sarebbe bene che si aprisse un dibattito
(da La rete strappata – Alessandro Gaeta)