Negli ultimi anni sono sempre di più i ragazzi colpiti da un disturbo alimentare, soprattutto se si considerano i vari casi cosiddetti “sottosoglia”. In questi casi i sintomi non arrivano ad essere un disturbo alimentare conclamato, sono meno evidenti, ma non per questo portano meno sofferenza e disagio in chi li vive.
La fascia di età più colpita è quella adolescenziale e preadolescenziale. Anche se l’età di esordio si sta sempre più abbassando e si trovano quindi bambini, soprattutto di genere femminile, a disagio con il proprio corpo e che mettono in atto condotte pericolose per la propria salute.
Proprio per il fatto che alcuni casi sono sottosoglia, si rischia di sottovalutare alcuni atteggiamenti e comportamenti a rischio, pensando siano transitori o normalizzandoli.
È importante, invece, cogliere i primi campanelli di allarme ed intervenire tempestivamente, prima che un eventuale disturbo si cronicizzi.
Primi segnali di allarme
Quando un ragazzo inizia ad avere difficoltà con il cibo il suo comportamento ed il suo stato d’animo cambiano, spesso in modo poco evidente.
L’adolescenza è una fase di vita delicata, le difficoltà sono molte e spesso transitorie.
Risulta, perciò, molto importante essere attenti e sintonizzati con i propri figli. Per capire se le difficoltà sono transitorie, legate alla crescita o la manifestazione di un disagio più profondo e duraturo, che può portare all’insorgenza di un disturbo alimentare, è necessario mantenere un contatto e un dialogo costante.
Altre spie di un problema a cui prestare attenzione sono i cambiamenti nel modo di mangiare. Rifiuta alcuni cibi perché fanno ingrassare magari, oppure chiede di mangiare solo proteine. In altri casi, potrebbe notarsi un aumento dell’attenzione alla forma fisica, con commenti e lamentele nei confronti del proprio corpo. Per alcuni ragazzi il disagio si presenta con sbalzi di umore, nervosismo o tristezza.
Cosa possono fare i genitori?
- Stare vicino al proprio figlio, accoglierlo e focalizzarsi su quello che prova e non solo sul disturbo alimentare
- Rinforzare la sua autostima e fargli sentire che è importante e che può farcela, anche di fronte a piccoli insuccessi del quotidiano
- Mantenere un dialogo aperto e disponibile
- Non giudicare, criticare o rimproverare, perchè non farebbe altro che aumentare il senso di inadeguatezza del figlio
- Non colpevolizzarsi, ma diventare una risorsa per aiutarlo
- Non arrabbiarsi ritenendo che dipenda dalla sua volontà, ma cercare di rimanere dei punti di riferimento per il proprio figlio
- Non essere troppo controllanti
- Chiedere aiuto tempestivamente