Questi sono piccoli, grandi insegnamenti che mi sono stati donati negli anni in diversi luoghi, che tempo fa avevo condensato su carta per una guerriera che si apprestava ad affrontare il suo viaggio. Ogni luogo di rinascita ha una propria filosofia, un proprio orientamento terapeutico ed una propria equipe, e da ognuno di essi ognuno di noi può portare via qualcosa di utile se tiene presente alcune piccole cose. Perciò guerriero, qualunque sia il tuo luogo ricorda:
Non hai bisogno di correre. Ogni cosa ha bisogno del suo tempo e il personale saprà guidarti attraverso le varie fasi. Lavorare su se stessi, è una delle cose più importanti che si possano fare nella vita e merita tutta la tua attenzione, tutta la cura e il tempo necessario. Tu lo meriti. Dimentica i frenetici tempi della società, l’unico appuntamento che davvero non puoi mancare è quello con te stessa e con il tuo benessere.
Fidati e affidati. Le persone che ti troverai di fronte hanno accompagnato innumerevoli ragazzi e ragazze per la strada che percorrerai, hanno già visto cadere e rialzarsi e conoscono a menadito il percorso. Se sarai in grado di fidarti della loro esperienza e lasciare che ti aiutino a trovare la tua, personale strada sarà tutto più semplice e ricco di insegnamenti.
Impara. Da ogni contrasto con il personale o con i compagni di viaggio, da ogni errore che commetterai o vedrai commettere, dalle storie di altri che ti verranno raccontate, impara. Ognuna di queste cose (e tante, tante altre ancora) contengono piccole grandi lezioni di vita fondamentali.
Perdonati e cresci dagli errori. Naturalmente le scivolate non sono auspicabili, ma quando accadranno (perchè accadranno, siamo esseri umani e cadere fa parte del percorso di ognuno di noi) non distruggerti per l’errore ma impara da esso, così da trovare nuove strade sane e sicure da percorrere. E ricorda, si ricomincia ogni giorno: se ieri non è andata, l’oggi puoi renderlo migliore.
Il gruppo è il miglior strumento. Tramite il confronto e lo scontro impariamo a vivere, a comprendere noi stessi e l’altro. Ogni volta che ti è possibile non fuggire dalle emozioni (positive o negative che siano) che il gruppo ti porta, ma usale. Parlane con il personale, comprendi la sensazione e impara con loro a tradurla in altro che non sia il comportamento malato. Le persone con cui vivi e ciò che si condivide possono essere una spinta o un ostacolo per il tuo lavoro su te stessa, starà a te decidere se fare di ogni situazione una rampa di lancio o un ostacolo.
Non ‘gettare la spugna’ al primo ostacolo, né al secondo. Neppure al terzo, quarto, quinto…non gettarla mai. Questa strada è tosta ma il dolore che si affronta è costruttivo, di passaggio per arrivare alla vita e lasciar andare a poco a poco il dolore distruttivo e senza fine della soprav-vivenza. Perciò con il cuore ti dico: resisti. Quando arriveranno le ondate, quando dentro te ci sarà il mare in tempesta e tutto ciò che vorrai fare sarà battere in ritirata, resisti. Urla, piangi, parla, chiedi, dipingi, discuti, cammina nella campagna, incazzati, implora pietà ma non ti arrendere. Non ti arrendere.
Tu non puoi più soprav-vivere. Tu hai diritto a vivere.
Se lo desideri, ce la puoi fare. Se combatti, ce la farai.
Credo in te. Profondamente.
E ricorda, nessuno
si salva da solo.
Tina Robol