Associazione che si occupa di disturbi del comportamento alimentare e violenza di genere.

Dire sempre “sì” agli altri, spesso porta a dire “no” a noi stessi

 

Essere ben accetti e non rifiutati è una cosa auspicabile e piacevole. Se ai tempi delle caverne il gruppo ci avesse rifiutati, molto probabilmente saremmo stati divorati dalle bestie.

L’approvazione, quindi, possiede una sorta di vantaggio evolutivo che è rimasto registrato dentro di noi e che ci fa agire in un modo che oggigiorno non ci risulta più utile. Per liberarci da tale atteggiamento, dobbiamo praticare l’assertività.

L’assertività è la capacità di esprimere i nostri diritti, le nostre opinioni e i nostri desideri in modo diretto e coerente, senza ledere i diritti altrui.

Imparare a dire di no è essenziale per smettere di mancare di rispetto a noi stessi.

È vero che, a volte, può risultarci difficile rispondere di “no” a qualcuno che ci sta chiedendo qualcosa, ma è solo a causa dell’idea assurda di dover continuamente far piacere a tutti quanti. Si tratta di un concetto idealista, poiché è impossibile aggradare tutti ed è una cosa di cui non abbiamo nemmeno bisogno.

Se qualcuno si arrabbia con voi perché gli avete detto di no, il problema è suo e non vostro, dato che voi avete semplicemente seguito il vostro criterio. Inoltre, proprio come voi avete il diritto di dire di no, l’altra persona ha il diritto di arrabbiarsi e dovete accettarlo.

 

“Un no ben acconciato è alle volte più gustoso di un sì mal condito.”

 

Spesso sopportate determinati comportamenti da parte degli altri o agite in modo controproducente per timore che questi si arrabbino, perché lo riterreste un fatto terribile e insopportabile, quindi, finite per arrabbiarvi voi, e tutto per paura.

È bene essere coraggiosi e dire ciò che si pensa o si sente, altrimenti il vostro vaso traboccherà e diventerete aggressivi con gli altri, cosa li porterà ad allontanarsi da voi. Temerete così tanto il rifiuto, che finirete per ottenerlo.

In psicologia, esistono tecniche assertive che, praticate per un tempo sufficiente, si integreranno nel vostro comportamento abituale e vi faranno sentire meglio con voi stessi e con gli altri.

 

 

Una delle tecniche impiegate per imparare a dire di “no” è il disco bloccato. Consiste nel ripetere ciò che pensate, senza lasciarvi trasportare dalla manipolazione verbale dell’interlocutore. Se, ad esempio, non volete prestare la vostra macchina ad un amico che ve l’ha chiesto come favore, dovete essere persistenti nel dirgli che siete spiacenti e che capite che abbia bisogno del mezzo, ma che non intendete prestarlo, né a lui né a nessun altro. Quello che potete fare è offrirgli delle alternative e collaborare con la sua richiesta.

È molto importante che ciò si verifichi con un linguaggio non verbale coerente: dovete essere sicuri di voi stessi, diretti, chiari e guardare l’altro negli occhi, perché non c’è nulla da temere. Il suo rifiuto non vi ucciderà.

L’altra persona proverà a darvi dei motivi per cui ha così tanto bisogno della macchina e a convincervi che starà attento. Ciononostante, non dovete cedere se il vostro desiderio è quello di non prestare l’auto. Alla fine, dopo che avrete a lungo ripetuto la vostra idea, il vostro interlocutore si stuferà e smetterà di insistere.

Forse adesso starete pensando: “ma questo comportamento non è troppo egoista?”. La risposta è no. Non dovete confondere le cose: aiutare e collaborare è positivo, ma perdere la propria libertà no.

Sin da piccoli, ci hanno insegnato che bisogna far piacere agli altri quasi a qualunque prezzo e che si debba dire di sì, anche se in realtà vorremo dire di no, perché sennò “chissà cosa penseranno gli altri…”.

Dovete avere ben chiaro che ciò che credono gli altri sono solo pensieri, non assiomi. Come abbiamo detto prima, ognuno è libero di pensare ciò che vuole e non abbiamo il potere di controllarlo. Bisogna accettare che il nostro “no” può avere delle conseguenze: è il prezzo per la libertà.

 

(da La mente è meravigliosa)

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